Dall'Italia
05/07/2007 - 18.19
"Con i fatti di villa Ada non c'entriamo nulla. Le forze dell'ordine non hanno mai identificato qualcuno dell'Excalibur"
AsgMedia intervista Gianluca Curzi, gestore del pub scozzese di piazza Vescovio finito nell'occhio del ciclone dopo l'aggressione alla Banda Bassotti
La mappa del quartiere Trieste Salario (da internet)
Dopo i fatti di villa Ada sono stati dipinti in tutti i modi. Quanto meno hanno avuto una pubblicità non richiesta che di certo non gli ha fatto piacere. Stiamo parlando dei gestori del noto pub scozzese di piazza Vescovio a Roma, l'Excalibur, finiti senza volerlo nell'occhio del ciclone della stampa locale, e in alcuni casi nazionale, dopo l'aggressione al concerto della Banda Bassotti. Molti li hanno definiti come laziali violenti di estrema destra. Per un romanista dichiarato come il sottoscritto, invece, è stato molto semplice parlarci e ascoltare cosa hanno da dire. Per scoprire cosí che quelli dell'Excalibur sono dei sostenitori della nazionale italiana di rugby che seguono in Italia e all'estero e dei cultori del famoso "terzo tempo" da vivere "come momento di aggregazione e goliardia". Effettivamente valeva la pena raccontare la loro storia e far sapere cosa stanno vivendo in questi giorni di follia dove la violenza politica è tornata improvvisamente in primo piano. Soprattutto anche alla luce di alcune inesattezze raccontate sul loro conto. Proprio per questo AsgMedia ha parlato, in un locale pieno di gente normale che aspetta i piatti ordinati per il pranzo, con Gianluca Curzi.
Domanda. Gianluca, vi hanno definito in tanti modi. Ora forse è arrivato il momento di raccontare chi siete per davvero.
Risposta. L'Excalibur esiste da 15 anni. La nostra famiglia vive nel quartiere dagli inizi del '900 e tutti ci conoscono da sempre, perché siamo radicati nel territorio e negli ultimi anni per il lavoro nel pub. Il locale è ed è stato un punto di riferimento del quartiere per tutte le generazioni di giovani che si sono avvicendate in quindici anni, anche e soprattutto quando il Trieste-Salario era un deserto, dove non c'era il minimo punto di aggregazione per i ragazzi.
D. È vero che il vostro è un "pub militante"? Quali sono le vostre reazioni alle etichette che vi sono state incollate addosso?
R. No, l'Excalibur non si è mai occupato di politica, né ha intenzione di farlo nel futuro. È un punto di ritrovo che apre le porte tutti, senza distinzioni politico-calcistiche. La nostra famiglia è rimasta sinceramente allibita per il modo in cui è finita sulle prime pagine dei giornali nell'occhio del ciclone politico a seguito di un fatto che neanche conoscevamo.
D. È stato scritto che la notte dell'aggressione a villa Ada sono state identificate alcune persone nel pub…
R. Nel locale non è stato fermato nessuno. Quella sera abbiamo anche chiuso prima del previsto, all'una e mezza, a causa della concomitanza con il concerto di Vasco Rossi allo stadio Olimpico che ha sostanzialmente svuotato le strade di Roma perché tutti erano lí. Le forze dell'ordine sono arrivata a piazza Vescovio dopo le tre di notte e hanno effettuato alcune identificazioni, di cui noi non eravamo assolutamente a conoscenza. L'abbiamo letto sui giornali. Quindi, se ci sono stati dei fermi non sono assolutamente riconducibili al pub.
D. Cosa ne pensate dei fatti di villa Ada?
R. L'Excalibur condanna qualsiasi tipo di episodio violento, sia che c'entri la politica o lo sport. Il nostro unico interesse è quello di lavorare in santa pace con tutti i nostri clienti. Ci siamo anche tutelati legalmente inviando una lettera di diffida dall'usare i nostri nomi ad alcuni quotidiani che hanno usato il nome del pub per una situazione a noi del tutto estranea.
Tommaso Della Longa
www.asgmedia.it