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| Scritto da Gabriele Adinolfi Lunedì 05 Dicembre 2016 00:23
Erano due nuovi profondamente diversi ma il vecchio è sempre quello
In Austria c'è una controrivoluzione: vuoi per la campagna capillare di terrorismo psicologico, vuoi per il broglio stavolta organizzato scientificamente, Hofer non ha conquistato la Presidenza della Repubblica.
In Italia invece secondo qualcuno c'è una rivoluzione. Che si legge così: resta lo status quo, si prospetta il Renzi bis o un governo tecnico e ci teniamo tutti i senatori con annessi e connessi, ivi compresi gli iter infiniti per approvare leggi snaturate nei viaggi tra le due Camere. la necessità dei decreti legge per approvare le decisive e la centralità dei commissari.
Nella contesa, insieme agli interessi clientelari, è prevalsa la pulsione anti-Renzi. Il quale, in ogni caso cade in piedi perché solo contro tutti ottiene un risultato con il quale potrà riproporsi in un futuro anche prossimo. I lati peggiori del suo governo, da quelli immigratori a quelli fiscali, nel migliore dei casi, dicasi nel migliore, resteranno tali e quali con colui o colei che lo sostituirà. La questione istituzionale non è risultata centrale nel confronto e così non ci dotiamo di un possibile Esecutivo decisionista ma restiamo nella palude costituzionale che ci paralizza da 68 anni, non acquisiamo peso internazionale, anzi rischiamo di perderlo nei confronti della Spagna.
L'assurdo è stato fare l'equazione tra un Esecutivo futuro forte e Renzi che assolutamente nulla dice che avrebbe vinto le nuove elezioni. Anzi, probabilmente le avrebbe perse. Ma in Italia è imperante la mentalità provinciale e sono prevalsi i riflessi condizionati sul consociativismo. Intendiamoci, se la Riforma fosse passata avremmo probabilmente messo sulla bilancia europea una Roma che avrebbe osteggiato Budapest dunque, leggendola da europeista, è meglio così. Leggendola da italiano direi che per far dispetto alla moglie (Renzi) ci si sono tagliati gli attributi di cui stavamo per dotarci e si è scelto di restare eunuchi. Da antidemocratico dico quello che dicevo prima. Astensione è bello e degno e sono contento di non aver partecipato a questa ressa. Nella quale comunque non mi sarei mai schierato per il No e non ho dubbi che il futuro dimostrerà che il farlo sia stato un errore.
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